La scelta di PD e M5S

Vedremo come andrà a finire questa crisi di governo che era prima o poi inevitabile. Il contrasto tra due forze troppo diverse non avrebbe mai potuto (e dovuto) essere gestito su un orizzonte temporale di ben 5 anni, oltretutto sapendo che nessun governo della repubblica è mai arrivato a fine legislatura.

Adesso, le manovre di palazzo rischiano addirittura di consegnarci il governo dei secondi e dei terzi (al 4 marzo 2018), mandando i primi, il Centrodestra, all’opposizione. Questo la dice lunga su quanto sia disfunzionale il nostro sistema di governo e di quanto ci sarebbe bisogno di cambiarlo in senso Presidenzialista (ovviamente all’Americana).

La scelta
Il segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti e il Vicepremier Luigi Di Maio

Ma tornando agli errori di impostazione di Lega e M5S, non si può non dire, a questo punto, che solo perché Salvini ha iniziato la crisi, il Movimento non può pretendere di ammantarsi di innocenza mentre cerca un accordo con il PD. La coerenza, specie da parte loro è d’obbligo. Nella 17° legislatura hanno riversato tonnellate di fango e di accuse ai danni del partito di Renzi e della Boschi, ora non si può fare finta di niente e andare al governo, ricordiamolo, da 2° arrivati il 4 marzo 2018. E tra l’altro con chi addirittura quelle elezioni le ha straperse! Si arriverebbe addirittura al paradosso che governano gli sconfitti, mentre chi è arrivato primo rimarrebbe all’opposizione.

La fine per entrambi

Sarebbe la morte politica di entrambi i partiti, specie del M5S che ha sempre fatto del NO all’inciucio la sua ragion d’essere. Senza contare che una bella fetta del loro elettorato residuo è comunque contraria a riaprire i porti, proprio per evitare che riprenda il business rosso ONG-Cooperative patrocinato da Renzi e Alfano negli anni scorsi. E in ogni caso sarebbe la loro fine dal punto di vista morale, visto che andrebbero ad accordarsi con il partito che più di ogni altro ha subito in questi ultimi anni indagini e arresti.

Per il PD si tratterebbe invece del modo perfetto per passare dal 17% al 10 e forse meno. Nel giro di pochi mesi. Perché quella che si andrebbe formando sarebbe comunque una maggioranza abbastanza traballante ed esigua, assolutamente non in grado di arrivare a fine legislatura. Il crollo sarebbe dovuto a tutti gli elettori pro-TAV e pro-grandi opere che in questi mesi hanno guardato al PD per non guardare a destra. Ma la soglia di sopportazione, dopo tutti gli errori di questi anni, sarebbe superata. A quel punto Renzi potrebbe davvero fare la tanto chiaccherata scissione e il PD sarebbe, a quel punto praticamente finito.

La scelta finale

Al Movimento e al PD la scelta. Sedersi al governo in questa legislatura e poi sparire, oppure arrendersi all’evidenza delle ultime elezioni e tornare ad una situazione politica normale. Per loro significherebbe perdere nell’immediato, ma avere forse la possibilità di rifarsi in futuro.

Nuova occasione?

Sono in vacanza ma un occhio ai casini politici nazionali lo butto sempre. E vedo che stiamo andando, parrebbe, verso nuove elezioni che sarebbero una nuova possibilità per il Centrodestra di governare questo paese, a quasi 8 anni di distanza dall’ultima volta.

Il mio pronostico, fin dall’inizio, è sempre stato che questa legislatura non sarebbe arrivata a 5 anni, sarebbe finita prima, molto prima. Le due opzioni erano, o il voto con le europee di quest’anno o le regionali del prossimo anno. Sembrerebbe si vada invece verso un voto autunnale, un inedito per la storia della repubblica.

Nuova Occasione
I due Vicepremier, Di Maio e Salvini

I motivi del dubbio

Non posso dire di essere totalmente contento, per 2 motivi:
1) Attualmente la legge elettorale è ancora la stessa con cui si è votato 18 mesi fa. Una schifezza come poche, in confronto il Porcellum è acqua santa. Chi vince deve riuscirci con percentuali davvero alte, altrimenti sono guai. Sembrerebbe che possa andare così ma non ne possiamo esser certi.
2) La coalizione di Centrodestra, non nascondiamocelo, non gode di ottima salute. O meglio , la parte Sovranista si, quella che in teoria dobrebbe essere Liberale e Atlantica no. Anzi, sta sempre peggio ed è ormai agonizzante. Berlusconi sta portando FI ad implodere e niente fa sperare in un cambiamento. Toti mi sembra in gamba ma da dopo Fitto non mi fido più al 100%. In mezzo a tutto questo molte parole ma nessun programma veramente liberale, conservatore e federalista.

E in ogni caso, dopo…

Poi c’è la questione finanziaria: chiunque vinca dovrà fare per forza di cose una manovra pesante. Servono 23 miliardi solo per evitare l’aumento dell’IVA, più gli eventuali soldi per i tagli fiscali. E non possiamo farli a debito perchè siamo già messi malissimo, sia in termini di debito assoluto, sia di interessi, con lo spread che di certo non andrà calando.

Supponendo che il CDX unito vinca le elezioni, come faranno i nostri eroi a risolvere il rebus? In questi anni, la coalizione, purtroppo, non ha saputo fare vere manovre liberiste e di taglio della spesa pubblica. Si è visto qualcosina, ma c’è sempre stato poco coraggio. Invece della ricetta Thatcheriana e della Reaganomics si è visto al massimo qualche piccolo balzello in meno. E rimane alla memoria quel piccolo taglio di 6 miliardi nel 2004 che fu gestito malissimo: pochi spiccioli in più in busta paga che, comprensibilmente, sembrò una presa di giro per molte persone. Più saggio sarebbe stato abolire una tassa come il bollo auto, il canone RAI e qualche altro balzello che sul bilancio dello stato pesa poco e nulla.

Insomma, quello che mi preoccupa è semplice: sfrutteremo o sprecheremo ancora una volta la nuova occasione che ci si presenta? Sapremo fare, finalmente (molto) meglio del passato?

Sempre che ovviamente, alla fine, si vada a votare davvero.

Follie stataliste

Solitamente quando si parla della politica economica di questo governo finisco per criticare assai aspramente le politiche del M5S e le sortite di Di Maio. Stavolta però, purtroppo, mi tocca criticare pesantemente quello che in teoria è un Alleato, ovvero la Lega e in particolare Claudio Borghi. Perché si, stiamo parlando di follie stataliste a marchio Leghista.

Claudio Borghi

Nel post qui sotto, ripreso da un amico liberale, come vedete si espone e fa un certo tipo di affermazione… Un affermazione che non condivido per niente perché un servizio pubblico non dovrebbe mai essere in perdita ma almeno in pareggio. Ma soprattutto perché riflette un idea di Centrodestra al quale sono assolutamente alternativo. L’idea di Borghi, e purtroppo non solo sua, è che lo stato possa intervenire costantemente e insistentemente in tutte le vicende economiche. E’ sufficiente che si ravvisi un grado sufficiente di “utilità pubblica”, anche se questo significa finanziare attività in perdita a spese dei contribuenti. Si tratta di un modo di pensare che può produrre solo debiti e tasse a lungo andare.

Cosa deve essere il Centrodestra

È l’idea che combatto da 3 anni, da quando ho iniziato a fare politica. E la combatto perché è proprio la strada della spesa in perdita e a debito che ci ha tenuto zavorrati al fondo del mare mentre l’onda della globalizzazione arrivava. Invece di “surfare” un opportunità straordinaria come quella (che sia chiaro ha anche dei risvolti negativi) e di usarla per sanare le tante situazioni critiche di questo paese, abbiamo fatto le cicale bruciando miliardi e tempo prezioso. Tutto questo grazie a governi di Centrosinistra, governi Tecnici (di Centrosinistra lo stesso ma non eletti) e governi di Centrodestra, purtroppo, senza abbastanza coraggio.

Borghi, Bagnai e Rinaldi dunque rappresentano una certa continuità con queste politiche, in linea con lo statalismo imperante nel M5S. Mi chiedo: immigrazione a parte, cosa resta di realmente alternativo a PD e Movimento? Dov’è la differenza per l’elettore dal punto di vista economico? Non c’è. Lo statalismo è ovunque, destra, centro e sinistra. Eppure stiamo affondando sempre di più e il tempo passa inesorabile.

L’unica strada possibile

Abbiamo tutti bisogno di meno tasse, meno burocrazia e meno debito, sia chi lo chiede, sia chi non se ne rende conto perché poco avvezzo alla politica o plagiato dai politicanti che promettono di tutto grazie all’intervento dello stato. Follie stataliste appunto. La libertà economica è l’unica strada per risollevare le sorti di questo paese. Spero solo che in Lega se ne accorgano in tempo e tornino i tempi in cui invece che di nazionalizzazione di Alitalia, Minibot e spesa in deficit i leghisti parlavano di deregulation e federalismo.