Sabato 19 Ottobre 2019, in quel di Piazza San Giovanni in Laterano in Roma, verrà ricordata a lungo come un momento fondamentale nella storia. Una storia a volte travagliata, della coalizione di Centrodestra, che però negli anni ha resistito nel suo concetto anche a improponibili e inopportune fughe in avanti di alcuni dei suoi protagonisti. Era da molto tempo che il popolo del Centrodestra, nel suo insieme, aspettava un momento così. Tantissime bandiere, tanti slogan, ma tanta voglia anche di esserci e mandare un segnale chiaro e forte. Non tanto forse al governo più di Sinistra della storia italiana, quanto semmai ai suoi stessi leader, quasi a voler rammentare una profonda verità. Si vince e si perde insieme, uniti, come un unico schieramento e le divisioni non servono a nessuno, se non ai nemici.
E in questo particolare momento, questa lezione, risuona in maniera ancor più chiara non tanto per Salvini quanto semmai per Silvio Berlusconi e Forza Italia. La presenza dei forzisti e del leader azzurro infatti, non era scontata e fino a pochi giorni fa anche a livello locale i militanti non avevano neanche indicazioni chiare sulle modalità di partecipazione. Ma alla fine Berlusconi si è convinto e nell’opinione del sottoscritto, che in piazza San Giovanni c’era, la scelta è stata quantomai azzeccata.
Ho appena finito di vedere Silvio su RaiDue. Mi sorgono subito 2 considerazioni spontanee sul futuro del Centrodestra italiano.
Le Primarie
Il Centrodestra nei sondaggi è maggioritario e quando è stato unito difficilmente è stato sconfitto e in ogni caso ha sempre venduto cara la pelle. Ma le lacerazioni che stiamo vedendo in questi giorni per le candidature a Sindaco in molte città non sono certo produttive. Proprio non se ne vuole parlare di primarie eh? Bisogna per forza perdere così tanto tempo in trattative estenuanti? Quando si capirà che dare voce alla base è una mossa fondamentale per acquisire solidità e credibilità non sarà mai troppo tardi. Silvio avrebbe l’autorevolezza per poterle chiedere, almeno per i centri più importanti. La Meloni c’ha provato ma sfortunatamente non pesa abbastanza (per ora) nelle urne per cambiare le carte in tavola.
La Merkel
Vedo che il Cavaliere parla di nuovo di vicinanza alla Merkel. Sono confuso. Da leader disponibile e autorevole alla “culona inchiavabile” e poi di nuovo leader aperto al confronto e al dialogo, come stasera. In mezzo i fatti del 2011 e tutto quello che ne è conseguito. Io non mi fiderei più sinceramente. La Geopolitica è un gioco pericoloso e difficile e la Germania guarda ormai da 25 anni solo ai propri interessi. Oltretutto la Merkel stessa è in fase di tramonto e quindi in Europa potrebbe non avere più la capacità di incidere di un tempo.
L’orizzonte futuro
Mediaticamente Silvio tira ancora, non come un tempo ma abbastanza per ricavarsi sempre uno spazio. Però sembra non aver ancora accettato il fatto che sempre meno gente vedere l’Europa alla “PPE” come credibile (men che meno la Merkel e la Germania), dunque il declino, se la situazione resta questa è irreversibile. La mossa coraggiosa sarebbe ripensare il collocamento all’Europarlamento e spostarsi verso un opposizione pragmatica. Anche solo per non darla vinta a chi, in fin dei conti, non si è fatto scrupoli 8 anni fa a mettersi di mezzo. Il futuro del Centrodestra dipende anche da questo.
Sembra di rivivere, in questi giorni, gli anni del Berlusconi continuamente sotto attacco da parte dei giudici, a torto o a ragione. E’ spesso vero che la storia si ripete e sembra che purtroppo stia succedendo anche stavolta, in negativo.
Il Precedente
La speranza, per chi vive una vita comune e vede il mondo scorrere in TV o sul web, è che dagli errori si riesca sempre ad imparare, così da comportarsi diversamente la prossima volta. Ma c’è chi volutamente non impara, si incaponisce e persevera nello stesso identico sbaglio.
In questo caso, parliamo di quella parte della magistratura che purtroppo non ha imparato la lezione dagli anni di “guerra” fatta a torto o a ragione nei confronti di Berlusconi. Nonostante la pressione messa sul cavaliere infatti, nessun assalto è mai riuscito davvero. Alla fine è stato estromesso dal parlamento non da un giudice, bensì da una legge approvata durante la reggenza di un cosiddetto governo “tecnico”. Legge che per altro ha presentato anche diversi problemi di costituzionalità.
La sostanza è che Silvio, in 25 anni di attività politica, ha governato per quasi 10 anni, così come gli avversari, mentre 5 anni sono il totale dei governi tecnici avuti fino ad oggi. Si tratta di uno score importante, ottenuto avendo praticamente da lottare ogni anno contro i PM di turno. Dunque, di fatto, l’offensiva dei giudici è risultata assai inefficace. Il paese non ne è uscito migliorato, Berlusconi è sempre in pista e in compenso adesso la sfiducia degli Italiani nei confronti di uno dei poteri fondamentali dello stato è sempre più bassa.
Tocca al leghista?
Sembrerebbe dunque che ci risiamo. Certo, la vita di Salvini non è stata fino ad ora così costellata di eventi potenzialmente carichi di ombre da poter determinare lo stesso accanimento visto con Berlusconi. E’ del tutto evidente però che se si salta alla giugulare del ministro dell’interno con così tanta facilità, significa che quella parte di magistratura che fa giustizia e al tempo stesso politica, si sta di nuovo mobilitando. C’è da vedere ovviamente come evolverà la situazione e se questo episodio rimarrà isolato. Oppure se sarà il primo di una lunga serie. Molto dipenderà anche dall’atteggiamento e dal voto dei 5 stelle.
E’ comunque inaccettabile, al di là delle idee di ciascuno, che un potere dello stato entri sistematicamente in gioco ogni qual volta i governi sono della parte avversa alla sensibilità politica di questa corrente della magistratura. Lo stesso fatto che esista un associazione come “Magistratura Democratica” rende palese questa parzialità. Ma ciò è gravissimo perché un giudice e un magistrato dovrebbero, anzi devono, sempre avere, almeno in partenza, un atteggiamento neutro nei confronti di ciascuno. Ed è del tutto evidente che in questo caso non può essere così.
Il caso
Sul caso di Nave Diciotti ho espresso più volte su Facebook in passato il mio pensiero. Un ministro deve poter esercitare prima di tutto la propria autorità, secondo la sovranità del paese che rappresenta. Di conseguenza è assolutamente nelle sue prerogative, a mio avviso, permettere o no, lo sbarco di tot persone a bordo di una nave della nostra Guardia Costiera. Tutto questo, a maggior ragione se il paese deve affrontare una ondata migratoria alimentata e organizzata dalla criminalità africana. Criminalità che non si fa scrupoli di nessun genere e che offre un “passaggio” anche a gente malintenzionata.
Dunque la mia speranza è che il Senato neghi con convinzione l’autorizzazione a procedere. Questo paese non si può permettere altri 25 anni di guerra tra un potere dello stato e gli altri e le forze politiche che li dentengono. E più ancora non può permettersi una legittimità e un operatività delle istituzioni costantemente sub-iudice da parte di una sola parte, neanche la totalità, della magistratura. Sarebbe ora, tanto per dirla tutta, di stabilire dei meccanismi per validare l’effettiva efficacia di molte azioni penali da parte dei PM. Non si deve negare l’autonomia della magistratura, ma come tutti i settori della Pubblica Amministrazione è giusto che sia anch’essa sottoposta a verifiche di merito.