Cosa ti aspettavi da Barack Obama?

Cosa ci si aspetta da un Presidente Americano e in questo caso da Barack Obama? La domanda ovviamente è molto generica e la risposta può essere in parte soggettiva.

Ragioniamoci

Sicuramente ci si aspetta che:

  1. Difenda gli interessi degli Stati Uniti nel mondo.
  2. Di riflesso difenda gli interessi (o almeno una parte significativa) dei suoi alleati, specie quelli più stretti.
  3. Supporti in un modo o in un altro l’avanzata dei diritti civili e delle libertà fondamentali, in accordo con la propria costituzione e identità.
  4. Supporti e/o favorisca la crescita economica generale del pianeta e la diffusione del benessere.
  5. Si schieri contro coloro che si oppongono a tutto questo, in un modo o in un altro.

Come dicevo, su questi punti si potrebbe discutere parecchio, visto che gli USA sono sempre un tema di discussione molto caldo quando si parla di politica.
Penso però che sicuramente, da un Presidente USA, non ci si aspetta che NON ostacoli o NON combatta il terrorismo e l’estremismo. Purtroppo, stando a quanto dice questa fonte, non sembrerebbe essere cosi. La fonte è nientemeno che l’ex direttore della Defence Intelligence Agency, Michael Flynn, ovvero i servizi segreti dello US Army. Nell’articolo viene linkato un documento che riguarda un analisi sulla Siria del 2012, nel quale si prefigura la possibilità che i rivoltosi possano istituire un governo “anti-Assad”.
Il Generale Americano, certamente esperto della materia, asserisce che stando al rapporto, il rischio di un eventuale nuovo stato guidato da elementi di Al Qaeda, Fratelli Musulmani o altri gruppi estremistici era alto ma che nonostante questo il fatto è stato volutamente ignorato dall’amministrazione in carica.

Un superficialità di giudizio evidente

E’ del tutto evidente che a distanza di 3 anni suona quanto mai grave un errore di valutazione di questo tipo. Non ho avuto tempo di approfondire ma è probabile che altri documenti di altre agenzie confermassero in qualche modo questa previsione, a maggior ragione del fatto che la guerra civile in Siria, all’epoca, era in corso già da un anno.

Purtroppo quindi raccogliamo i frutti di questa politica, una politica pessima, frutto di un disimpegno dal mondo che si basa sulla folle e sciagurata idea che se nel mondo le cose vanno bene sia sempre e comunque in qualche modo colpa dell’America. Per commentare la politica di Obama scriverò in seguito un post a parte. Per ora mi accontento di dire che questa politica è del tutto sciagurata e figlia di un idea che non posso non definire allucinata, folle, anti-storica e bugiarda.

Travaglio di bile su Oriana

Marco Travaglio ieri, ha voluto cimentarsi in un piccolo e breve giudizio su Oriana Fallaci. Come avrete capito dal mio precedente post, la mia stima per lei è molto alta, dunque mi sento in dovere di dire la mia su Travaglio nello stesso modo in cui lui ha giudicato Oriana.

L’errore di Marco

Rispetto a molti altri giornalisti Travaglio è senz’altro migliore. Da l’idea (anche se non credo che lo faccia sempre) di informarsi su ciò che dice e non ha paura di criticare e di osare, cosa fondamentale per un giornalista e che purtroppo a molti altri manca. Questo però non lo autorizza a dire stupidaggini, specie su una collega molto più grande e autorevole di lui, Oriana appunto. Marco non ha mai fatto l’inviato, non ha vissuto in prima persona il medio oriente, la Grecia dei colonnelli, il Vietnam. Oriana si è guadagnata la sua grandezza sul campo, sudando e rischiando, facendo domande scomode, scomodissime, in alcuni casi quasi offensive (all’Ayatollah Khamenei ad esempio). E’ vero, aveva il vizio di esagerare a volte, ma riusciva a capire la realtà che visitava.

Ecco perché, a distanza di anni, certi suoi scritti sembrano così attuali, così reali da sembrare veramente scritti adesso. Lei aveva capito la realtà, sapeva quali rischi avremmo corso se non avessimo tenuti alti i nostri principi, se avessimo esagerato con l’immigrazione senza prepararla a dovere e senza aver preventivato prima quante e quali persone avremmo realmente potuto integrare nei nostri paesi.

L’errore degli altri

Ma nonostante questo, non le è stato dato ascolto. Quindi si, lo ribadisco, molti devono chiedere scusa a Oriana e forse anche tu Marco, che la giudichi senza neanche aver capito il senso di ciò che diceva e affermando una emerita bugia quando dici che voleva lo scontro di Civiltà. Lei voleva che tenessimo la guardia alta, che non ci adagiassimo nel benessere di casa nostra ma che stessimo attenti a ciò che accadeva nel mondo. E se l’ho capito io, possono capirlo tutti.

W la libertà!

Parigi

E’ passata poco più di una settimana e l’effetto di quello che è successo è ancora fortissimo. Personalmente l’ho vissuta come ogni altra volta che notizie del genere sono entrate nelle vite di tutti: con rabbia e orgoglio. Le prime reazioni che ho avuto sono state queste, ogni volta.

Rabbia, verso coloro che uccidono gli innocenti, solo in nome di una religione, di un Dio, di una morale superiore e inalterabile, assoluta, cui tutti, secondo questa follia, dovrebbero sottomettersi.
Orgoglio, per quello che è il mondo libero oggi, con gli Stati Uniti a farne da guida, per quello che rappresenta e per cui viene quindi combattuto da quegli assassini.
E mi è tornato in mente il titolo di un libro di una grande giornalista italiana, una delle migliori: Oriana Fallaci.

Oriana aveva capito

Vorrei che chi, negli anni scorsi, l’ha insultata avesse la decenza di chiederle scusa, almeno nella privacy della propria mente. Oriana era molto dura, intransigente, caparbia e cosa più importante di tutte, sapeva il fatto suo. In carriera non si è mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, ha perseguito i suoi obbiettivi con un coraggio incredibile e non è mai scesa a compromessi. E grazie a queste qualità ha saputo descrivere gli eventi storici del suo tempo e addirittura fare previsioni per il futuro che oggi, è il caso di dirlo, si sono rivelate piuttosto azzeccate.

“La Rabbia e L’Orgoglio” è il titolo del libro che ha scritto all’indomani dell’11 settembre 2001. Prima o poi spero di trovare il tempo per leggerlo. Continua a leggere