Il miraggio della Fibra Ottica

La situazione della Fibra Ottica in Italia è assurda. Ci sono città dove si vola ad 1GB e si ritrovano addirittura una doppia rete FTTH (Fibra fino dentro casa) e paesi, a volte anche in posizioni strategiche come il mio, Collesalvetti, dove invece si continua ad arrancare. Qui sono in corso dei lavori e forse, tra non molto, avremo una connessione decente anche qui ma non è questo il punto.

L’errore di fondo

Abbiamo buttato un patrimonio strategico, la rete telefonica nazionale della vecchia SIP, negli anni 90, regalandola ai privati. L’allora neonata Telecom ha attinto negli anni a vari stanziamenti pubblici per stendere una rete di nuova generazione. In pratica siamo passati da un monopolio pubblico ad uno privato e gli abbiamo pure regalato un sacco di soldi. Telecom, proprio in quanto monopolista, ha fatto molto poco di suo, stanziamenti pubblici a parte. Alla fine ci siamo ritrovati nei primi anni 2000 con una rete inadeguata e vecchia, sia anagraficamente che tecnologicamente.

Poi arriva Renzi, lo scorso anno, con ENEL. Si voleva sanare la situazione e dare al paese una rete di proprietà dello stato che avrebbe venduto le connessioni all’ingrosso (wholesale in gergo) agli operatori commerciali. E’ iniziato così il progetto di Enel OpenFiber che però raggiungerà solo 269 città (su 8000 e passa comuni Italiani) nel giro di ben 6 anni di lavoro.

Enel è una partecipata dello stato, dunque ci mettiamo i soldi noi contribuenti, di nuovo. Mi starebbe anche bene data l’importanza e la valenza strategica di un investimento del genere, peccato però che Enel ha cominciato proprio da dove la fibra (di Telecom) c’era già!! E il risultato è quello che vi dicevo all’inizio. In certe zone banda da buttare, in altre si arranca come negli anni 90.

La via giusta

Cosa si doveva fare? Si doveva imporre per legge la divisione di Telecom in 2, Commerciale e Infrastruttura, riacquistare quest’ultima e centralizzare li gli investimenti, in modo da portare le connessioni veloci PRIMA nei territori fino ad oggi più penalizzati e poi nel resto d’Italia. Si sarebbe potuto approfittare di una rete in parte già esistente e dell’esperienza tecnica dell’operatore in questione.

Da ultima, la sostituzione del famoso “Ultimo Miglio” in rame con la fibra per essere in grado di affrontare con tranquillità le evoluzioni digitali dei prossimi decenni.

In conclusione, con la situazione attuale, rischiamo di pagare di nuovo, per la seconda volta, un bene strategico di primaria importanza. Senza però averlo a disposizione nella maggior parte del paese. Bella fregatura.

La Francia sceglie Macron

Dunque i risultati sono chiari, ha vinto Macron. Non una buona notizia per l’Europa, non per i popoli Europei almeno. L’auto celebrazione dei dirigenti UE e dei governi filo Unione adesso proseguirà senza sosta, tacendo e anzi negando i problemi atavici che hanno portato alla situazione di crisi nota a tutti.
Ha ragione la Le Pen, in questo caso, a dire che ha vinto la continuità ma a grave danno proprio di chi vive nel continente perché adesso di riforma dell’Unione, probabilmente, si parlerà poco e si produrrà il nulla.

Emmanuel Macron, nuovo Presidente Francese.

Emmanuel Macron, nuovo Presidente Francese.

Chi vince

  1. L’establishment Europeo filo austerity e filo Germania che adesso respingerà sistematicamente ogni tentativo di riforma per mantenere lo status quo imperante. Nessuna riforma passerà e si perderanno altri anni preziosi.
  2. Sicuramente Macron. Partito staccandosi dal Partito Socialista Francese, ne ha fagocitato gran parte già al primo turno in termini di voti. Ma attenzione perché una parte importante di questo consenso è arrivato da coloro che senza lo scandalo degli stipendi fittizzi avrebbero votato probabilmente per Fillon. Resta da vedere quanto sarà adeguato il Renzi Francese alla situazione molto difficile in cui versa la Francia.
  3. I Mondialisti. Personalmente ritengo la Globalizzazione un fenomeno sostanzialmente positivo ma non privo di effetti collaterali. Mi piace perciò distinguere chi vorrebbe una globalizzazione ordinata che minimizza gli effetti negativi e chi invece non si cura affatto degli effetti collaterali, cavalcando visioni distorte di concetti come solidarietà, integrazione, sviluppo economico al fine di abbattere ogni concetto di frontiera o limite e buttare nel calderone dell’economia masse insostenibili di disperati. Stasera purtroppo vincono i secondi.

Chi perde

  1. La destra Repubblicana Francese. Non è chiaro a tutt’oggi se Fillon abbia realmente sbagliato oppure no. Sicuramente ha sbagliato, in maniera grave, il Partito Repubblicano Francese che invece di sostenere il proprio candidato nel momento del bisogno, lo ha invece progressivamente abbandonato e di fatto scaricato. Fintanto che non verrà provata la colpevolezza di Fillon, a lui il merito di aver insistito e portato quasi il 20% dei voti al partito, risultato notevole visto che aveva praticamente tutti contro.
  2. Il Front-National e Marine Le Pen. A dire il vero li metto tra gli sconfitti solo per una questione di procedura, ovvero il ballottaggio alla Francese. Il partito si conferma il più forte tra quelli in campo, dato che Macron ha solo un cartello elettorale dietro a se. Inoltre Marine Le Pen si è conquistata il ruolo di opposizione indiscussa allo status quo Francese. Al secondo turno rimedia una scoppola notevole (30 punti di distacco) ma aver raccolto più di un terzo delle preferenze è comunque un dato importate.
  3. La sinistra Francese ed Europea. Cancellato il Partito Socialista del Presidente uscente, un umiliazione stratosferica. Al primo turno Mélenchon raggiunge quasi il 20% facendo il populista di sinistra (un Grillo vestito di rosso) e usando gli stessi metodi che in altre parti d’Europa vengono disprezzati proprio dalle stesse sinistre.

In conclusione

Poteri forti e consolidati, multinazionali senza scrupoli e classi politiche che mirano esclusivamente alla propria sopravvivenza, hanno ormai capito che il veicolo usato fino a qualche hanno fa per i loro scopi, ovvero la sinistra mondialista, non traina più.

Tutti, anche qui in Italia, adesso tifano apertamente per candidati di Centro che propongono (sulla carta) liberalizzazioni e politiche pro impresa. Tutti, da Bersani alla Boldrini, da Hollande a Hamon, plaudono ad un candidato che di Sinistra ha poco o nulla. E qui in Italia abbiamo Renzi, il cui governo Avatar è infatti sostenuto dai fuoriusciti per finta di MDP e che sicuramente lo sosterranno alle prossime politiche. Renzi già da diverse settimane tra l’altro, ammiccava a Macron e ne usa gli slogan. Vedere per credere.

Adesso i volti spendibili sono quelli di candidati di centro / centro-sinistra che fanno propri slogan e idee solitamente liberali o di centro-destra e pescando un po qui un po la, tentano di vincere e portare avanti un idea di società discutibile. L’era degli Zapatero, degli Hollande, degli Obama, dei Corbyn (per lui mai neanche iniziata) volge al termine. Oggi siamo nell’era dei Renzi, dei Macron, delle Clinton (ma li gli è andata male).

Antidoto? Basta guardare i Conservatori Inglesi che con pragmatismo hanno fatto loro un risultato referendario cui erano contrari e che adesso guidano con autorevolezza il Regno Unito attraverso i negoziati per la Brexit.
Per l’Italia la soluzione non è ne quella di uscire dalla UE o dall’Euro, ne fingere che vada tutto bene. Per noi la cosa migliore è ridiscutere i trattati uno per uno, in modo da trarne dei vantaggi, invece che delle palle al piede.

Tomahawk sulla Siria

Questa notte, alle 2:30 ora Italiana, il Presidente Trump ha ordinato ad alcune navi nel mediterraneo di sparare quasi 50 missili Tomahawk contro la base area di Al Shayrat in Siria. Ufficialmente l’attacco è la risposta all’attacco chimico di 2 giorni fa a Idlib ma in realtà non è solo questo. Il segnale inviato agli altri attori della regione è molto chiaro e ben più importante degli obbiettivi colpiti dai missili.

Tomahawk!

Un missile Tomahawk parte da uno dei 2 caccia-torpedinieri che hanno partecipato all’attacco di stanotte.

L’effetto sul campo

L’azione di Trump rimette, in un sol colpo, gli Stati Uniti al centro della scena medio-orientale, questo perché le possibilità di intervento USA sono molto superiori a quelle degli paesi confinanti con la Siria o vicini ad essa. L’America sfodera di nuovo tutto il suo peso politico, economico e militare, cosa che aveva rinunciato a fare per tutta l’era Obama. Ora per Russi e Iraniani sarà ben più difficile attuare il disegno di dominio sulla regione cui entrambi aspiravano. Si mette male anche per Hezbollah, che proprio dall’Iran riceve appoggio. Plaude invece Israele all’azione di Stanotte. Soddisfatti anche molti degli altri leader occidentali.

Previsioni difficili da fare

Rimane incerto a questo punto il futuro di Assad. Trump giocherà la partita per poter sfilare ai Russi e agli Iraniani il controllo del paese o almeno cercherà di dividere la torta in modo più favorevole. Non dimentichiamoci anche che nelle ultime settimane alcune migliaia di soldati Americani sono arrivati in Siria per combattere l’ISIS. Ovviamente queste truppe avranno un peso non da poco, quando sarà il momento di decidere il futuro della regione.

In conclusione, si tratta di un primo passo, finalmente positivo, verso la risoluzione del disastro Siriano, disastro che, non dimentichiamocelo mai, è stato creato in primis da Barack Obama.