Sergio Marchionne, un grande Italiano

Sergio Marchionne

Sergio Marchionne è stato un grande manager italiano, uno dei più grandi di tutti i tempi. Il suo è indiscutibilmente stato un lavoro di successo, portando la Fiat dal quasi fallimento ad essere uno dei più importanti gruppi automobilistici e immobiliari al mondo. Epocale l’acquisto di uno dei gruppi automobilistici principali del panorama Americano, Chrysler, da cui è nata appunto FCA.

E mi fa veramente schifo leggere commenti vomitevoli o addirittura titoli di giornali che lo dipingono come un mostro. Lui ha visto l’Italia da fuori e sapeva essere oggettivamente critico nei confronti di un paese dal potenziale enorme ma inespresso, vittima delle sue paranoie, dell’ignoranza e di formazioni politiche post-ideologiche che sanno solo spartirsi i resti del paese.

Breve riassunto del suo successo

Quest’uomo, scelto da Umberto Agnelli, ha saputo risollevare in pochissimo tempo, un anno a malapena, le sorti di un gruppo industriale che sembrava destinato al fallimento o allo smembramento. Ha imposto un nuovo tipo di mentalità, basato su sacrifici e sforzi comuni sia per il management, sia per la forza lavoro. Così facendo ha invertito la rotta, ha potuto mettere in sicurezza la situazione debitoria del gruppo e iniziare a ripagarlo.

Da li in poi solo crescita. Nel 2014 arriva addirittura l’acquisizione di Chrysler, uno dei gruppi industriali Americani più importanti nel settore dell’auto. Una società Italiana che fino a pochi anni prima era a rischio fallimento, arriva ad acquistare per intero una delle società di punta della più importante economia del pianeta. Già solo per essere arrivato ad un risultato del genere, Marchionne meriterebbe di essere citato in tutti i libri di economia moderni. Ma non solo l’acquisto: dalla fusione nasce anche il nuovo gruppo FCA e il relativo marchio. La nuova azienda viene quindi quotata sia a Wall Street che a Milano.

I risultati di tutti questo sono incredibili. Il fatturato del 2017 si è chiuso a quota 111 miliardi di €. Gli utili a quota 3,5 miliardi. I debiti sono stati tutti estinti e la liquidità disponibile è enorme. Un successo completo e inappellabile che solo un grande manager, con capacità e una visione di lungo periodo avrebbero potuto raggiungere.

Un uomo da celebrare

Marchionne, in definitiva, è stato uno dei grandi del nostro tempo. Piccoli, piccolissimi invece sono i pezzenti che gli gettano merda addosso, ora che è malato e che a quanto si sa non potrà riprendersi.

Fate schifo, sotterratevi!

Un paio di sbavature

Come sapete, le mosse in tema di immigrazione di questo Governo Giallo-Verde mi sono piaciute molto fino ad ora. Benissimo tra l’altro la linea dura di Salvini e Toninelli riguardo la nave Lifeline (un vero scandalo). Questa volta però voglio segnalare anche 2 scivoloni di Salvini che non mi sono piaciuti.

Il caso Regeni

Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Che i rapporti con l’Egitto siano importanti non c’è dubbio ed è bene coltivare un rapporto costruttivo con Al Sisi (anni luce meglio di Morsi). Però bisogna anche ricordarsi che c’è un cittadino Italiano che è stato ucciso, probabilmente da agenti poco zelanti del regime. Che sia stato un errore può essere, ma ciò non toglie che i responsabili devono essere puniti e l’osso non va mollato, nemmeno per ragioni strategiche. Al limite si potrà allentare temporaneamente la presa e poi rinsaldarla in momenti opportuni ma va dato il segnale che per noi la questione è aperta. Non dev’essere stato bello, per i genitori e gli amici di Giulio sentire certe parole… La prossima volta un po più di cautela non guasterà.

La scorta di Saviano

Per come la vedo io, lo scrittore ha fatto un errore strategico grave molto tempo fa. Ha scelto di schierarsi politicamente dopo essere inizialmente diventato un icona della lotta alla mafia, in pratica usando la sua posizione per tacciare di collusione con la criminalità organizzata gli avversari politici. Male, molto male. Per questo motivo non mi sta simpatico, al di la delle posizioni politiche che mi separano da lui. Però Saviano è e resta comunque un avversario politico e nulla più. E ad un avversario, in generale, si può stringere la mano e dialogare, anche in amicizia se capita. Poi c’è la Mafia e quella non è un avversario, ma un vero e proprio nemico. E tra un avversario politico e un nemico dello stato liberale, democratico e di diritto, io sto sempre dalla parte dell’avversario! Se la scorta serve è giusto che rimanga e personalmente avrei proprio evitato la questione (anche perché credo non sia neanche di competenza diretta del Ministro dell’Interno).

Potete stare tranquilli, non sono diventato ne Leghista ne Pentastellato ;-).

Censimenti

Certo, ci sono censimenti e censimenti no? Un contribuente può essere registrato (CF), schedato, profilato, tartassato e perseguitato (da AdE e GF) anche per pochi € non pagati mentre invece un immigrato irregolare (che per definizione non dovrebbe essere presente in Italia) non può essere neanche censito (che significa prendere almeno le generalità)? C’è qualcosa che mi sfugge in questa logica e sinceramente il significato delle parole di Salvini mi è chiaro. Non capisco poi il caos mediatico (o meglio, lo capisco eccome…), un conto era la vicenda Acquarius che è stato un segnale di politica nazionale e internazionale di un certo livello, un altro è una polemica francamente inutile su un’affermazione che al limite è stata sbagliata nei termini usati e non certo nel significato.

Piuttosto mi sembra molto più importante la discussione sul “Decreto Dignità” che trovo retrogrado e irrealistico. Bisogna capire che ci sono lavori che non saranno mai in grado di dare ad un individuo reddito sufficiente per farsi una vita e tra questi ci sono quelli svolti dai Riders. La soluzione non è imporre contratti di lavoro economicamente insostenibili per le imprese, l’unica conseguenza sarebbe la chiusura dei nuovi servizi (con conseguente perdita di posti di lavoro) nati dal progresso tecnologico e digitale o nella peggiore delle ipotesi una nuova esplosione del lavoro nero.

E’ lo stesso errore, fatto col paraocchi, che portò diversi mesi fa all’abolizione dei Voucher da parte della maggioranza PD.

La soluzione? La stessa di sempre. Deregolamentare, liberalizzare, privatizzare, detassare usando come copertura i tagli ad una spesa pubblica insostenibile. Si creerebbe crescita reale che creerebbe a sua volta posti di lavoro stabili e di qualità. E’ una ricetta di successo dimostrata da storia e numeri. Purtroppo però Di Maio ha altre idee…