Stravince Salvini

Salvini e la Lega dominano. E c’è anche da chiedersi chi altro ancora vinca dopo i risultati di Domenica. E’ evidente che forse l’unico altro partito che esce vincitore da questa tornata elettorale è sicuramente Fratelli D’Italia, tutti gli altri al massimo non perdono. Di certo c’è solo la grandissima vittoria della Lega e di Matteo Salvini in particolare, ormai diventato bersaglio della stessa ferocia vista negli ultimi 25 anni contro Silvio Berlusconi.

Lega alle stelle

Come già detto, la Lega è sicuramente la vincitrice assoluta di questa tornata elettorale. Tutte le polemiche, le minacce, gli insulti delle opposizioni, i distinguo, gli attacchi perfino degli alleati di governo, non hanno minimamente scalfito Salvini. Anzi, tutto ciò non ha fatto altro che rafforzare un immagine già molto forte grazie all’attività (e ai risultati) da Ministro dell’Interno e all’ottima gestione mediatica che è ormai un marchio di fabbrica. Oltretutto già si prefigura il prossimo grande bersaglio della Lega, specie in vista delle Regionali del prossimo anno, la Flat Tax.

Certo è che a questo punto Salvini dovrà essere bravo a gestire e strutturare un consenso veramente ampio, in effetti molto oltre il bacino “normale” che un partito del genere potrebbe avere in un contesto politico competitivo e vivace. Il 34% infatti dipende in parte anche dalla crisi dei partiti cosiddetti “moderati”, o per meglio dire, dei partiti di Centro che guardano a Destra e in particolare di Forza Italia. L’elettorato del cavaliere, almeno in parte, mostra infatti di preferire una guida sicura e fresca rispetto agli appelli di quello che è stato un grande leader ma che sicuramente è avviato sul viale del tramonto. Serve competenza e merito e se Salvini saprà dotare la classe dirigente della Lega di questi ingredienti allora si aprirà davvero un lungo ciclo.

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5 stelle cinesi

Dopo queste ultime giornate all’insegna del benvenuto a XiJinping abbiamo capito che se da una parte abbiamo il PD, prono e servile agli interessi di Francia e Germania, dall’altra abbiamo un M5S (5 stelle cinesi direi) che tranquillamente guarda alla Cina come modello di riferimento per il capitalismo di stato.
Il primo passo di uno spostamento geopolitico più che rilevante, proprio nel momento in cui Trump cerca in tutti i modi di fermare o almeno stemperare le prepotenze mercantiliste del dragone asiatico.

In poche parole abbiamo:
1) aperto le porte ad una potenza straniera, con mire egemoniche, che non ha alcun rispetto vero nei confronti di libertà politiche e civili.
2) indispettito e offeso un alleato storico, gli USA, che per 70 anni ci ha permesso di risparmiare decine e decine di miliardi di costi per la difesa tramite la NATO.
3) fatto il primo passo per permettere ai cinesi di inondare ancor più facilmente e aggressivamente il nostro mercato interno da prodotti di aziende sussidiate e di stato che non hanno alcun rispetto per la forza lavoro. In una parola sola: dumping.

Devastante. In prospettiva potenzialmente letale. Su questo, più che sulla TAV, spero che Salvini si renda conto, se mai ne avesse bisogno, che governare 5 anni con questi qua sarebbe la fine.
Al paese serve un Centrodestra Liberale, Conservatore, Federalista e quindi Atlantico in politica estera. Liberista in economia, Europeista nel senso occidentale del termine.

Ma la vera questione è che il lavoro preparatorio per questo sciagurato accordo con i cinesi viene da lontano. Leggere questo articolo di Federico Punzi su Atlantico Quotidiano per rendersene conto e di nuovo. Grazie PD. Grazie 5 stelle cinesi.
http://www.atlanticoquotidiano.it/…/litalia-rischia-di-pag…/

Come la Sabbia di Herat

Chiara Giannini e il sottoscritto.
A sinistra Chiara Giannini, a destra il sottoscritto.

Questo libro è diverso dagli altri che leggo normalmente. Qui si parla di Guerra (in Afghanistan e non solo) ma non nel modo che ci si può aspettare da altri libri su questo argomento. Si parla di guerra interiore, tra quella parte di noi stessi che in preda alle difficoltà vorrebbe mollare tutto e lasciarsi andare e l’altra parte che per orgoglio, rabbia e istinto ci spinge a reagire ed andare avanti, nonostante le difficoltà, nonostante tutto. Ed è per me più difficile del solito dire cosa mi lascia questo libro, anche se posso sicuramente affermare che provo un certo senso di rassicurazione leggendo il modo in cui Chiara Giannini, l’autrice del libro, ha affrontato le numerosissime sfide della sua vita.

Invidio molto Chiara per l’enorme forza d’animo che ha, anche perché non sono sicuro di poter dire altrettanto per me (e forse è meglio che siano altri a dirlo per me). Mi accontenterei di averne almeno una piccola frazione. E non posso paragonarmi a lei. Finora infatti, non ho affrontato sfide come quelle vissute da Chiara. Non ho quindi il “metro” per poter fare paragoni di questo genere e chissà se lo avrò in futuro.Ma vorrei tentare di eguagliare quel livello di caparbietà, coraggio e fermezza che in certi passaggi del libro trasudano dalle sue parole.

Il libro, l’Afghanistan, il Nord Africa

Come la sabbia di Herat (Afghanistan)

Come la Sabbia di Herat è un racconto di tante storie particolari e che legano Chiara alle vite di numerose altre persone di grande valore. In primis i ragazzi deceduti in Afghanistan, in seconda battuta (ma non meno importanti) le numerose storie di colleghi, amici e parenti che hanno segnato con la loro morte o con la loro vita quella dell’autrice del libro. E si capisce, leggendole, perché.

Il libro tocca anche molti momenti professionali di Chiara, momenti in cui ha anche letteralmente rischiato la vita. Grazie a questi racconti si apprendono anche delle verità importanti su quella che è la realtà dell’Afghanistan e del Nord Africa di oggi. Nel paese che era dei Talebani è ancora vivo e vegeto l’integralismo islamico. Domina la miseria, la corruzione e l’analfabetismo. Non che non si sapesse, per carità, ma il racconto del viaggio in quei luoghi rende molto ma molto bene l’idea.

Il Nord Africa invece è una realtà più difficile da accettare per molti commentatori e cittadini Italiani. Questo perché stiamo vivendo un costante duello tra Buonisti e Rigoristi sul tema immigrazione, un tema però inquinato da un altissimo livello ideologico proveniente da Sinistra. Ma la realtà appunto è che il business dell’immigrazione è reale e deve assolutamente essere fermato. Chiara lo testimonia con coraggio in uno dei momenti più interessanti del libro.

Una guerra per la verità

Come dicevo all’inizio, non è stato facile scrivere questa piccola recensione, proprio perché mi sento di fronte a qualcuno che ha molto più da dire di me. Io ho 32 anni, ho viaggiato poco (con mio grande rammarico) e non conosco il mondo come Chiara.

Credo quindi di poter solo dire grazie a Chiara, per la sua forza, per la sua tenacia, per l’impegno che mette nel suo mestiere e nel dire soprattutto la verità. Tutto ciò combattendo quella guerra costante contro le asprezze della vita che si è ritrovata spesso ad affrontare.

Sono in molti a dover prendere esempio da lei, giornalisti e non.