Non accade di rado che con questa parola si parli dei problemi dell’Italia. Governare un paese è sempre un compito difficile, per qualunque governo, con qualunque maggioranza e qualunque sia il tipo e la varietà dei parlamentari e degli uomini di governo.
La troppa burocrazia è ormai una certezza
Oggi è stata pubblicata su tutti i media l’ennesima notizia di probabile corruzione e conflitto di interesse. Niente che mi stuzzichi, sarò sincero: ormai purtroppo è abitudine. Ma mi è capitato spesso di parlare di queste cose con amici, colleghi, familiari, mettendo sul tavolo punti di vista anche diversi. Ci ritroviamo tutti d’accordo sulla necessità di leggi più severe, della loro stessa applicazione (spesso disattesa), della mancanza di senso civico… Eppure si parla poco in pubblico di un principio semplice, tanto semplice quanto facile da capire. In Italia abbiamo una delle Pubbliche Amministrazioni più inefficienti d’Europa. Abbiamo così tante leggi e regolamenti che gli uffici pubblici sono diventate delle cattedrali delle scartoffie.
Da dove vengono i nostri problemi
Io sono giovane, ma ho studiato e qualcosa so su questo paese. All’inizio degli anni 90 la domanda generale della popolazione era cambiamento. Una svolta che liberasse definitivamente dall’ingorgo burocratico in cui le persone iniziavano già da diversi anni a soffocare e portasse anche ad un abbassamento apprezzabile della pressione fiscale. Nulla di tutto ciò è accaduto. Anzi. Leggi e regolamenti superflui sono ancora li e non accennano a volersene andare. Ho sentito tante volte parlare in tv, sui giornali, sul web, di pacchetti di semplificazione, di stimolo all’economia, di provvedimenti “ad hoc”. Ma nonostante questo oggi, in Italia, c’è gente che è costretta a scegliere se pagare i dipendenti, le tasse o – peggio ancora – le mazzette per poter lavorare. E non è solo un problema di criminalità, malafede, infiltrazioni mafiose.
La giungla
E’ il sistema che rende fertile il prosperare di questi comportamenti. Le responsabilità nei procedimenti amministrativi non sono chiare a chi ne deve far uso. I passaggi sono così tanti che si perde il contatto con le proprie istanze subito dopo averle aperte e quindi non resta che aspettare, se si è onesti. Nel frattempo però sopraggiunge la morte per vecchiaia, dunque come può essere superato questo problema? Pagando. E’ la triste realtà cui molti imprenditori onesti si sono dovuti adattare. Non perché lo volessero, ma per necessità. Perché altrimenti non avrebbero potuto lavorare e avrebbero chiuso. E’ di per se un errore, questo sia chiaro, ma sarebbe veramente miope condannare un sacco di persone per aver dovuto scegliere quello che era, alla fine dei conti, un male minore.
Ripartiamo dalle basi
Dunque il primo passo per battere la corruzione e poter quindi governare con efficacia l’attività di un paese dovrebbe essere quella di un riconcepimento totale di tutte le istituzioni e della macchina amministrativa, secondo tutti i criteri più moderni e le “best practices” adottate nel mondo. Intendiamoci, fatta la legge trovato l’inganno, il problema non sparirà di certo. Ma sarà certamente più difficile attuare sistemi di potere tumorali come quelli visti anche di recente a Roma perché ci saranno molte meno pieghe in cui gli acari del pubblico servizio potranno annidarsi.
E il cambiamento deve partire dai vertici della vita politica, spinto dal basso attraverso un mezzo che faccia da ponte tra il cambiamento voluto dalla gente e le istituzioni.