USA2020: primo dibattito tra candidati Vicepresidente

Ho appena finito di vedere il dibattito tra candidati Vicepresidente. Vi dico subito che questo dibattito batte 3-0 il dibattito tra candidati Presidente della scorsa settimana: candidati composti e mai troppo oltre le righe, ottima esposizione, nessuna caciara. Magari fosse stato così anche l’altro! Detto questo, le prestazioni dei 2 candidati sono state di notevole livello. Sia Pence che la Harris hanno esposto i loro punti con efficacia e da soli hanno mantenuto ordinato il dibattito senza interrompersi eccessivamente e senza scadere in insulti o sovrapposizioni.

Immagine tratta da un articolo di Fox News.
Immagine tratta da un articolo di Fox News.

La sfidante

Lasciando da parte le mie preferenze generali devo dire che la Harris non è andata male, anzi. Si sente che ha calcato ruoli importanti (è stata procuratore generale della California) e che ovviamente, da buon pubblico ministero, sa dibattere. Molto meglio di Biden in generale: più fresca, lucida, motivata forse. I problemi iniziano sugli argomenti perché i colpi migliori sembra sfoderarli principalmente sui soliti ritornelli anti-Trump relativi alle uscite del Presidente. Segna un buon punto quando parla di giustizia (ovviamente è della materia) ma vi cade scappando dalla domanda sul packing della Corte Suprema. E ricade quando usa alcune fake news (le dichiarazioni sui soldati in particolare) per attaccare il Presidente.

La mia sensazione è che se i Dem avessero un vero progetto per l’America, Kamala sarebbe una buona arma in un ticket presidenziale o comunque in squadra. Basterebbe la versione anni 90 dei Dem, senza andare troppo lontano, purtroppo però oggi le tendenze sono di stampo Socialista/Bolivariano, almeno per quanto riguarda l’ala Sanders/AOC. Quindi per lei, ben più moderata, non è semplice difendere il fortino in caso di attacco. E le contraddizioni abbondano quando si parla di Economia, Green New Deal, Energia, Impresa.

VOTO 7/10

Il Vicepresidente

Il Vicepresidente si conferma invece per quelle che erano le mie personali attese: calmo, lucido, preparato, pungente. Regala 2 perle memorabili: “Senator, you’re entitled of your own opinion but not of your own facts” e “Senator, i ask you to stop making politics using people’s life” che riassumono molto bene quello che sta avvenendo in questi anni e in questi ultimi mesi in particolare negli USA.

Ottime quasi tutte le risposte del Vice di Trump: riesce ad elencare di fatto quasi tutti i successi di questi 4 anni e a mettere in evidenza il fatto che è stata l’epidemia a creare i guai che l’America sta affrontando in questi giorni e di questo va incolpata senza indugio la Cina. Devastante sull’economia, dove ha ricordato il lavoro fatto dall’Amministrazione con detaxation e deregulation, cosa che verrebbe annullata, per loro stessa ammissione, dai Dem qualora vincessero. L’Economia è il loro punto debole e infatti Pence ci torna più volte sopra. Bene anche la politica estera (completamente assente dal dibattito Presidenziale) dove ha ricordato le uccisioni di Al-Baghdadi e Soleimani, la fine dell’ISIS, il lavoro fatto in sede NATO per far partecipare di più gli alleati alla difesa comune.

Unica nota dolente, è la domanda sul fatto che il Global Warming sia un rischio esistenziale: Pence ha affermato più volte nel corso del dibattito che il clima sta cambiando (non è negazionista) e ha ricordato che l’America sta riducendo le emissioni di CO2 molto più in fretta dei paesi dentro l’accordo di Parigi. Questo per merito dell’innovazione portata da un’economia di mercato vibrante. Tuttavia la risposta a quella specifica domanda è stata un po’ evasiva, si poteva gestire meglio. Ma c’è da dire che su questo argomento, nel GOP, c’è da lavorare. Complessivamente comunque, grande prestazione!

VOTO 9/10

Conduzione

Moderatore ben poco impegnata stasera, grazie al garbo e alla compostezza dei duellanti. E’ bastato in pratica fare il compitino quindi niente infamia e niente lode. Ecco qua sotto il video del dibattito.

VOTO 6/10

VOTO AL DIBATTITO: 9/10

Peccato sia l’unico tra candidati Vicepresidente! 50 milioni di persone lo hanno visto, contro i 36 milioni del precedente. Non sono sicuro che questo dibattito sposterà qualcosa, ma certamente ha più possibilità di farlo rispetto a quello Presidenziale o quello di 4 anni fa.

Regionali 2020: il giorno dopo

Elezioni regionali positive, in generale, ma con risultati sotto le attese, specialmente per quello che sembrava filtrare dai sondaggi. Ottime le conferme di Giovanni Toti in Liguria e Luca Zaia in Veneto. Ottima anche l’affermazione di Francesco Acquaroli nelle Marche a riprova che con le candidature giuste i risultati si ottengono.

Mappa elettorale tratta dal Corriere della Sera.
Mappa elettorale tratta dal Corriere della Sera.

Le sconfitte che bruciano

Ma l’analisi va fatta soprattutto sulle note dolenti: Puglia e Campania. Due candidati già sconfitti in passato, simboli di stagioni politiche passate e oltretutto, specie Fitto, usurati dai propri errori. Mandati a scontrarsi con 2 governatori uscenti in cerca di riconferma e che specie nel caso di De Luca avevano tutto il vento in poppa dopo la gestione della pandemia. Oltretutto De Luca è micidiale con il suo modo di parlare e vola sui social. Proporre Caldoro in pratica è stato come mandare pollicino contro Hulk. Quanto a Fitto, beh, sapete come la penso su di lui. Pensavo che avesse ancora un appeal sufficiente a garantirsi una vittoria, eventualmente risicata, ma il risultato è tale che anche questo nome deve essere definitivamente archiviato e non più presentato all’elettorato.

Toscana, sogno sfumato

Lo dico chiaro e subito a scanso di equivoci. Susanna Ceccardi ce l’ha messa tutta e va ringraziata per l’impegno e la grinta che ci ha messo. Sono stato presente ad un suo comizio a Livorno e quasi mi venivano i brividi quando ha alzato il tono per rispondere ai soliti contestatori dei centri sociali. Tuttavia il problema è stato proprio questo essere molto forte nei toni, toni che ha provato a moderare per cercare di conquistare un elettorato più moderato. Però ormai noi Toscani sappiamo com’è fatta Susanna, sia chi la vota e sia chi la avversa e dunque la percezione è stata quella di un candidato fortemente di Destra, opposto a tutto il resto del mondo di Sinistra ma anche quello moderato e maggiormente di centro. Come conseguenza c’è stato un inevitabile compattamento generale contro di lei.

Giani non ha vinto, ha solo cavalcato l’onda anti-destra che la candidatura Ceccardi ha inevitabilmente suscitato e quindi è in un certo senso una nostra sconfitta. E si, la responsabilità è della nostra coalizione che non è riuscita ad organizzarsi su un profilo diverso per tempo, perché le alternative c’erano. E’ il terzo errore del genere che facciamo: amministrative 2019, Emilia-Romagna 2020, Regionali 2020. Tutte sconfitte dovute a candidature sbagliate, anche perché arrivate con uno dei Centrodestra più forti di sempre a livello nazionale.

L’ennesima lezione da imparare bene

Insomma, per concludere il Centrodestra deve rinnovarsi, istituire le primarie per ogni ciclo amministrativo e per i collegi parlamentari e cominciare a pensare ad una Federazione che integri tra loro le forze che lo compongono. L’obbiettivo deve essere il modello GOP, il Partito Repubblicano Americano. Quanto a ForzaItalia, beh, i numeri sono catastrofici. I sondaggi danno una media del 7% nazionale e in Toscana si è preso un misero 4,15%. Troppo poco per un partito che aspira a tornare ad essere “determinante”. Urge un rinnovamento totale nelle persone e nella linea politica. Congressi Regionali e Nazionale. Non si può più aspettare. Ora o mai più!

Perché voterò NO

Si dibatte ormai da settimane sul prossimo imminente referendum costituzionale e ho scelto da tempo di votare NO al taglio dei parlamentari. O meglio, no a questo taglio, fatto in questo modo. Esistono validissimi esperti che possono spiegare meglio di me le ragioni per cui votare no, in particolare segnalo il piccolo saggio del professor Alessandro Giovannini che potete recuperare qui. Scopo di questo articolo è semmai darvi un punto di vista più personale sul perché, da ammiratore del modello istituzionale USA (in cui i congressman e le congresswoman sono 538 in totale), sono contrario a ridurne il numero.

Un fac-simile della scheda che troveremo alle urne.

1 – La Costituzione si cambia insieme

Ho cominciato a fare politica 4 anni fa ma ho memoria dei fatti che la caratterizzano da molto più tempo e vedo ripetersi sempre lo stesso errore. Anche stavolta, l’ennesima, la costituzione è stata cambiata a colpi di maggioranza. Esattamente come 4 anni fa e le volte precedenti. E poco vale la replica che quasi tutto il parlamento abbia votato a favore all’ultima votazione. Il tema è stato estremamente inflazionato negli ultimi anni. Vuoi per la rabbia e la frustrazione degli italiani nei confronti di una classe politica inconcludente e percepita come fannullona e corrotta, vuoi per la necessità nota da ormai 30 anni di aggiornare seriamente le nostre istituzioni. Il tema è talmente sensibile e foriero di rovesci nel consenso che di fatto molte forze si sono ritrovate a sostenere il SI a denti stretti.

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